Draghi sale al Quirinale per dimettersi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Draghi sale al Quirinale per dimettersi: cosa succede ora?

Mario Draghi

Il premier dopo la sua comunicazione alla Camera è salito al Colle per incontrare Mattarella.

Dopo l’esito della giornata di ieri che ha decretato la fine del governo di unità nazionale, questa mattina il premier si è recato alla Camera dove ha tenuto una breve comunicazione poi è salito al Quirinale. Dopo il suo colloquio con il presidente della Repubblica Mattarella si capirà cosa succederà con la fine del governo Draghi. Nel suo discorso ai deputati ha chiesto che la seduta fosse sospesa per poter andare al Quirinale.

La fine della maggioranza si è di fatto realizzata con l’astensione di ieri dei partiti di centrodestra e 5 stelle. Con il risultato del Senato, Draghi ha annunciato e confermato le sue dimissione e ora la decisione spetta al presidente Mattarella. Tra le varie strade, la più probabile è che il presidente sciolga le Camere e proclami le nuove elezioni a inizio ottobre, forse il 2.

Sergio Mattarella
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La parola al Quirinale

Il premier ha ottenuto la fiducia e non sarebbe tenuto a dimettersi. Ma Draghi ha sempre chiarito che non si trattava di numeri o di fiducia di “facciata” come ha sottolineato nel suo discorso, ma una dichiarazione coesa e compatta da parte di tutti i partiti. Dato che è venuto meno l’appoggio di tre partiti ha dichiarato concluso il patto di fiducia.

Questa volta le sue dimissioni sono irrevocabili e molto probabilmente il presidente Mattarella dopo aver sentito a telefono i capi dei partiti politici ha preso atto della situazione e non farà altro che sciogliere le camere e indire le votazioni. Mario Draghi potrebbe restare fino ad allora alla guida del governo per gli affari ordinari. Berlusconi e Salvini avrebbero espresso la loro volontà di sostenere un Draghi bis senza i grillini anche al presidente Mattarella ma questa strada non è stata ipotizzata dal premier dimissionario.

Draghi non ha voluto trattare, ha voluto ricucire il patto di fiducia che si era rotto. Ma per i partiti ormai si era andati troppo oltre e hanno preferito dedicarsi alla campagna elettorale. Il capo dello Stato non procederà con le consultazioni con capigruppo e leader di partito per un nuovo premier. Incontrerà solo i presidenti di Camera e Senato e procederà a sciogliere le Camere anticipatamente i cui poteri verranno prorogati fino alle elezioni.

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ultimo aggiornamento: 21 Luglio 2022 9:38

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